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Feeder – Torpedo

Passano gli anni, ma i Feeder continuano imperterriti come un treno una dignitosissima carriera che ha ormai superato il quarto di secolo. L’undicesimo capitolo della discografia del duo nippogallese – l’ottimo Torpedo – riassesta il songwriting di Grant Nicholas all’alto livello che gli compete, dopo il non eccezionale “Tallulah” del 2019.

Già, perché siamo di fronte ad un disco compatto, un disco che nelle sonorità ripercorre i vari capitoli della carriera di Nicholas e Hirose: a rendere chiaro il concetto ci pensa subito l’iniziale The Healing, imponente e solare ballad contraddistinta da un sorprendente intermezzo metal che ci ricorda l’antica passione dei due per le sonorità più heavy, che valsero agli esordi le lodi delle riviste del settore. E che dire della furente title track, con le sue chitarre incazzate che si fiondano su un ritornello baciato dall’ispirazione?  La combo si ripete brillantemente con When It All Breaks Down, mentre in Magpie un riff efficacissimo si miscela ad una melodia stavolta cupa.

Il disco (a proposito: davvero bello l’artwork) prosegue bene con la delicata Hide And Seek, anch’essa supportata da un altro grande riff. La solidità di Decompress prepara il terreno alla parte finale dell’album, che giustifica l’alto giudizio complessivo: il terzetto composto da Wall Of Silence, Born To Love You e Submission (intermezzate da Slow Strings) è oggettivamente tanta roba, ai massimi livelli della discografia feederiana.

Wall Of Silence è una cavalcata tanto furente quanto positiva, dove l’ennesima melodia in stile Gallagher uscita fuori dalla mente di Nicholas sposa chitarre ben più rudi di quelle degli Oasis. Bene, benissimo anche Born To Love You, dove la band tira fuori quella “dolcezza arrabbiata” che da sempre gli riesce tanto bene. La conclusiva Submission ha anch’essa (così come la già citata The Healing a inizio disco) qualcosa di epico e imponente, ed è la giusta conclusione per un disco che conferma i Feeder come band britannica di assoluto valore e rispetto, che avrebbe probabilmente meritato un successo più ampio al di fuori del Regno Unito.

(2022, Big Teeth)

01 The Healing
02 Torpedo
03 When It All Breaks Down
04 Magpie
05 Hide And Seek
06 Decompress
07 Wall Of Silence
08 Slow Strings
09 Born To Love You
10 Submission

IN BREVE: 4/5

Una malattia cronica chiamata britpop lo affligge dal lontano 1994 e non vuole guarire. Bassista fallito, ma per suonare da headliner a Glastonbury c'è tempo. Già farmacista, ha messo su la sua piccola impresa turistica. Scrive per Il Cibicida dal 2009.