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Go Dugong – Curaro

Una primavera che tarda ad arrivare e un album che ti spalanca una finestra sul torrido caldo del Sud America, su una combriccola di bambini in un giorno di festa che si inseguono in un beco, in un vicolo stretto, di Rio. Tutto questo è Curaro, il nuovo coloratissimo disco di Go Dugong, nome d’arte di Giulio Fonseca. Coloratissimo sin dalla copertina, su cui campeggia un bellissimo artwork di simboli misteriosi e accattivanti.

Mettere su questo disco è un’esperienza di gioia, nel più puro senso del termine. La musica è allegra, bella anche nei suoi passaggi malinconici (come sa essere la malinconia, quella vera), sensuale, divertente. Le sonorità dichiaratamente ispirate al mondo latinoamericano, delle Balera Favela (come ha deciso di chiamare uno delle sue tracce di maggior successo), si susseguono in un flusso musicale che ha come primo ascoltatore il cuore e i fianchi. Un album che vive di vibrazioni (sicuramente buone) e di ritmi che non possono non far sculettare anche se siete seduti alla vostra scrivania.

Il lavoro di Go Dugong si apre con tutti i fasti del caso, per mettere subito in chiaro l’intento del progetto. Se avete intenzione di ascoltarlo tutto, preparatevi a ballare. Questo sembra essere il messaggio contenuto in Moran e anticipato dai cori da stadio dei primi secondi. Il flow non subisce inflessioni, ma solo rincorse ed è così che si deve intendere, ad esempio, l’apparente rallentamento di Damballa Weddo.

Ma la forza del nuovo lavoro di Go Dugong sta anche e soprattutto nelle collaborazioni: la voce selvaggia di Miriam García, quella figlia del raggae di Soraia Drummond che ci fa fare un a/r in Jamaica, ma soprattutto Populous e Témé Tan. Su Boto Vermelho, il pezzo col featuring di Populous, c’è da dire solo che la speranza che diventi parte integrante nei dj set della prossima estate è così forte da far venire voglia di iniziare ad affettare lime per i cocktail. Témé Tan, invece, nuova gemma della musica cantautorale elettronica belga, impreziosisce non solo con la sua voce il lavoro di Go Dugong. L’influenza del suo stile si sente e interagisce alla perfezione con i ritmi di “Curaro”.

Disco mistico, tribale che segna un tentativo di avvicinamento al mondo della natura, quella più selvaggia. Lo fa con i suoni, con i versi degli animali che fanno capolino in tutte le tracce. Un lavoro che segna un ritorno cosciente a una nostra versione più primitiva e, forse, per questo libera e vera. In “Curaro” si avverte la spensieratezza e la gioia del fare, del trovare il lato divertente in ogni cosa. Una musica che suona come il boato della Bombonera per una rabona andata in gol.

(2018, 42 Records)

01 Moran
02 Damballa Weddo
03 Vidita (feat. Miriam García)
04 Mandragora
05 Nommo (feat. Mai Mai Mai)
06 Mextli (feat. Soraia Drummond)
07 Herzog
08 Allen (feat. Technoir)
09 Yakumama
10 Kanaloa
11 Boto Vermelho (feat. Populous)
12 Shifumi (feat. Témé Tan)

IN BREVE: 4/5