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Hater – You Tried

Che bello, il buon pop. Le buone canzoni in forma canzone, con un buon ritornello, una buona melodia, una certa – anche – malinconia. Nel 2104 c’erano stati gli Alvvays, da Toronto, col loro eccellente esordio passato persino un po’ troppo in sordina. Nel 2017 (almeno fino a questo momento) ci sono gli Hater, da Malmö, a sfatare di nuovo il tabù che il jangle non sopravviva sotto lo zero.

Tra i suoi tanti pregi, da snocciolare poco a poco, You Tried ha un opening da colpo di fulmine, per gli amanti del genere: Carpet, sulla falsariga della magnifica “Party Police” dei cugini canadesi pocanzi menzionati – che rivela subito il talento canoro di Caroline Landahl. E non si ferma qui. Ci sono lo scintillante indie pop di Mental Haven e il carezzevole approccio new wave di Had It All, che s’imbastardisce immediatamente nell’asprezza quasi garage di Cry Later.

Contravvenendo all’aspettativa generata, il quartetto prosegue su traiettorie sempre più aspre anziché tornare sui primi, apprezzatissimi passi. Il risultato è una sfilza di brani incalzanti e godibilissimi, coronati dal dittico post punk di Heavy Hearts e Stay Gold. Ed è lì che la direzione cambia ancora.

Con la soffice compattezza della title track, una volta per tutte, si chiude un album che per una manciata di minuti appena si ritrova a gareggiare nel campionato dei Long Play. Ma che allo stesso tempo, come l’Atalanta in questa splendida annata di Serie A, può avere a sorpresa uno degli attacchi più efficaci della stagione.

(2017, PNKSLM)

01 Carpet
02 Mental Haven
03 Common Way
04 Had It All
05 Cry Later
06 Always To Get By
07 Heavy Hearts
08 Stay Gold
09 You Tried

IN BREVE: 3,5/5