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Hilary Woods – Colt

A cavallo tra la fine del vecchio e l’inizio del nuovo millennio c’era stata una band, gli irlandesi JJ72, che ebbe un discreto e meritato successo grazie soprattutto ai singoli estratti dall’omonimo esordio del 2000, oltre che con “I To Sky” di due anni più tardi. Nel 2005 un altro paio di brani e poi il dimenticatoio, se non per chi era rimasto folgorato da quella seppur piccola produzione.

Nella band aveva smesso di militare già nel 2003 la bassista Hilary Woods, volto femminile della formazione che aveva contribuito insieme all’estetica del frontman Mark Greaney ai buoni riscontri dei JJ72. Dopo oltre quindici anni, una vita non particolarmente semplice, qualche progetto abortito sul nascere e una mai sopita voglia di fare musica, la ritroviamo adesso con il suo debutto da solista licenziato per una label che è una garanzia come la Sacred Bones, frutto di un percorso che aveva già dato vita a due EP, “Night” nel 2014 ed “Heartbox” nel 2016.

Registrato interamente nell’appartamento occupato in cui vive con la figlia e la sua strumentazione, Colt ha una formula tanto semplice quanto espressiva, fatta di pianoforte e qualche flebile synth sparso qua e là, con le lyrics che sono tutt’altro che un riempitivo. Hilary si mantiene su binari scuri, si fa carico dei propri fantasmi e si mette a nudo quando parla di assenza e abbandono (Inhaler, Jesus Said), d’amore e relazioni troncate (Prodigal Dog, Kith).

Non è certo una proposta nuova quella della Woods, c’è certa spettralità della collega d’etichetta Marissa Nadler, il goticismo di Chelsea Wolfe, la profondità di Julia Holter e Anna Von Hausswolff, ma il tutto miscelato con moderazione, senza eccedere nell’una o nell’altra dimensione, trovando anche spazio per venature dreamy e cinematiche che si condensano sul finale con Black Rainbow. “Colt” è l’accompagnamento perfetto di una nottata insonne trascorsa a rimuginare, sempre in bilico tra claustrofobia e aperture melodiche, tra misantropia e costante richiesta d’aiuto, ricco di sentimenti che appartengono solo a Hilary ma che lei stessa ha deciso di condividere.

(2018, Sacred Bones)

01 Inhaler
02 Prodigal Dog
03 Take Him In
04 Kith
05 Jesus Said
06 Sever
07 Black Rainbow
08 Limbs

IN BREVE: 3,5/5