Ho visto Howe Gelb dal vivo un paio d’anni fa, dopo la pubblicazione del suo ultimo LP “Future Standards” (2016, seguito nel 2017 dalla sua appendice “Further Standards”). Sarà stata la terza/quarta volta che m’imbattevo in questo incredibile musicista, ma s’è trattato di un set diverso da tutti gli altri, un set in cui Howe si è dedicato al progetto che stava sviluppando in quel periodo sulla definizione di nuovi “standard”, riprendendo la tradizione di quelli che ha definito come grandi autori classici della canzone tra i quali menzionava giganti come Cole Porter, Hoagy Carmichael, Frank Sinarta, Billie Holiday e Julie London e di modelli di composizione, proprio sul piano del giro di accordi, che fossero sofisticati, liriche accessibili e che trattassero temi classici come l’amore in tutte le sue forme. Una esecuzione efficace, intima e allo stesso tempo “facile”. Sono temi che tutto sommato ritroviamo anche in questo ultimo LP denominato Gathered, pubblicato sempre su Fire Records e che scopriamo senza molta sorpresa essere il suo ventiquattresimo lavoro da solista.
Senza sorpresa perché il numero complessivo delle sue pubblicazioni oramai non si conta, così come il numero di collaboratori che si sono succeduti nel corso degli anni, nomi vecchi e nuovi e “ospiti” provenienti da ogni angolo del mondo, che troviamo pure in questa pregevole collezione di canzoni: Gabriel Naim Amor, Fernando Vacas, Juan Panki, The Lost Brothers… Fino a un nome molto conosciuto come Matthew Stephen Ward aka M. Ward (A Thousand Kisses Deep) e la partecipazione di vocalist d’eccezione come Anna Karina, Pieta Brown, Kira Skov e la figlia Talula, che arricchiscono e rendono più preziose canzoni come Not The End Of The World, Moon River, Gathered e Presumptuous.
Chiaramente, a parte le ballad più standard per piano dove Howe dà sfoggio della sua grande capacità nel padroneggiare questo strumento, spicca la chitarra (vedi On The Fence, Give It Up, Flyin’ Off The Rails, con la piacevole aggiunta del suono dell’organo) a riprova di una confidenza che è caratteristica di chi viene generalmente definito nel genere come “troubadour”.
I pezzi migliori? Oltre la title track, meritano una menzione le due conclusive Storyteller e Steadfast, modelli di uno stile che sembrerebbe oramai essere quello prediletto da un musicista che si riconosce come prosecutore della grande tradizione degli scrittori di canzoni americani, superando ognuno di quei confini che venivano disegnati da quella dimensione desertica, dove altri si sono fermati, ma che lui ha saputo intendere come infinito. E non ci vuole molto a capire, ascoltando questo disco, che si tratta di canzoni senza tempo.
(2019, Fire)
01 On The Fence
02 A Thousand Kisses Deep (feat. M. Ward)
03 Not The End Of The World (feat. Anna Karina)
04 Anna
05 Give It Up
06 The Open Road
07 Moon River (feat. Talula Gelb)
08 Flyin’ Off The Rails
09 Gathered (feat. Pieta Brown)
10 All You Need To Know
11 The Park At Dark
12 My Little World
13 Presumptuous (feat. Kira Skov)
14 Storyteller
15 Steadfast
IN BREVE: 4,5/5