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Jesu/Sun Kil Moon – S/T

jesusunkilmoonalbumMettiamola così: Mark Kozelek sta facendo della propria discografia – e della propria etichetta – la sua personalissima pagina ufficiale su Facebook. Senza, naturalmente, doversi servire del social network in questione. La logorrea si perdona pressoché a tutti, ma quando a cavalcarla è il cantautore probabilmente più seminale della sua generazione: fucili puntati ed El tres de mayo de 1808 en Madrid.

Non che ogni suo episodio in questi ultimi anni sia da considerarsi necessariamente memorabile: per carità. Ma a conti fatti, dal 2012 ad oggi – da quando, cioè, l’ex Red House Painters ha pubblicato una o più release nell’arco di 365 giorni – il conto dice: due capolavori (“Perils From The Sea” e “Benji”), un gran bell’album (“Among The Leaves”), una buonissima collaborazione (Mark Kozelek & Desertshore) e un lavoro ahinoi piuttosto rivedibile (l’ultimissimo “Universal Themes”). Il che sembra, mediamente, più di quanto un anonimo John Doe abbia anche soltanto immaginato di combinare.

A coronamento del bilancio sopra elencato, ecco arrivare il soddisfacente featuring con Mr. Justin K. Broadrick: un altro enfant terrible spesso un pelino troppo esuberante e monocorde. Si comincia con tre pezzi monolitici e promettenti: Good Morning My Love, Carondelet, A Song Of Shadows, per poi virare su loop e sarcasmo con la chilometrica Last Night I Rocked The Room Like Elvis And Had Them Laughing Like Richard Pryor. La successiva Fragile – che si fregia dell’ormai consueta presenza di Will Oldham – è anche la traccia più squisitamente kozelekiana del lotto: la seconda a citare Paolo Sorrentino e l’esperienza dell’a questo punto non esaltante “Youth”. L’elegiaca Exodus, scritta in occasione della prematura scomparsa del figlio del collega Nick Cave, vanta la collaborazione di Low e Rachel Gosswell, nell’ossessivo ritorno alla Spoon River del songwriter statunitense: l’Ohio. Peccato, ancora una volta, che il vecchio Mark si faccia prendere la mano, aggiungendo al lotto una chiosa lunghissima e forse evitabile: Beautiful You.

La sensazione generale, in estrema sintesi, è che Jesu/Sun Kil Moon soddisfi la direzione un po’ più heavy solo assaggiata da Kozelek col precedente lavoro (e conseguente tour), ma prometta – sulla carta – molto più di quanto effettivamente concretizzi. Fotografia perfetta di una carriera giunta a una curva fondamentale e attualmente oscura. Che oltre riservi un cavalcavia od uno splendido panorama, purtroppo, non è dato ancora saperlo.

(2016, Caldo Verde)

01 Good Morning My Love
02 Carondelet
03 A Song Of Shadows
04 Last Night I Rocked The Room Like Elvis And Had Them Laughing Like Richard Pryor
05 Fragile
06 Father’s Day
07 Sally
08 America’s Most Wanted Mark Kozelek And John Dillinger
09 Exodus
10 Beautiful You

IN BREVE: 3/5