Home RECENSIONI Manic Street Preachers – Know Your Enemy (Deluxe Edition)

Manic Street Preachers – Know Your Enemy (Deluxe Edition)

1996: I Manic Street Preachers rinascono dalle ceneri della scomparsa (nel vero e proprio senso del termine) di Richey Edwards con il commovente “Everything Must Go”.  1998: c’è la conferma, clamorosa, del successivo “This Is My Truth Tell Me Yours”, con dentro la canzone simbolo del trio gallese (If You Tolerate This Your Children Will Be Next). 2000: si tiene il concerto epocale di inizio millennio a Cardiff, al Millennium Stadium. Insomma, i Manics sembrano essere un treno inarrestabile, e nel 2001 sfornano una serie di canzoni che risentono positivamente del momento d’oro del songwriting di James Dean Bradfield.

Qualcosa però dal punto di vista commerciale si inceppa: i gallesi pensano ad un doppio album (l’introspettivo “Door To The River” e il più arrabbiato “Solidarity”), la casa discografica dice no, e ne esce fuori Know Your Enemy, un disco straordinario di sedici tracce che paga però una scelta a dir poco infelice dei singoli, che in piena era MTV sono più che decisivi. Il primo estratto è So Why So Sad (insieme alla meravigliosa Found That Soul: i Manics ottengono almeno la pubblicazione di un doppio singolo simultaneo), seguito da Ocean Spray e Let Robeson Sing: tre canzoni non solo deboli, ma a voler ben ascoltare l’album probabilmente le meno riuscite dell’intero disco, con l’aggravante che la parte più pregiata dell’album (composta dal terzetto Epicentre, Dead Martyrs e Intravenous Agnostic) verrà ignorata nel tour di “Know Your Enemy”, compreso il concerto epocale a L’Avana al cospetto di Fidel Castro.

Questo indigesto pippone introduttivo era necessario per farvi capire che no, non è la solita, inutile edizione rimasterizzata di un disco uscito qualche decennio fa: prendendo una macchina del tempo, i Manics hanno infatti rimesso mano a quel materiale, riaggiustando gli ingranaggi che si incepparono sul più bello. Nicky Wire ha riordinato la tracklist (anzi: le tracklist, trattandosi ora di album doppio), James Dean Bradfield ha riconcepito i brani, in perfetto equilibrio tra rimasterizzazione e remix. Il risultato è esaltante, imperdibile per i fan della band, ma assolutamente consigliato a chiunque. Viene ridata compattezza e coerenza al progetto e la tracklist viene divisa in due (dischi) per unire paradossalmente il suono: se i brani più tranquilli di “Door To The River” acquisiscono infatti nuova luce con questa cura ricostituente (lo si capisce subito dall’iniziale The Year Of Purification), gli angoli più ruvidi delle canzoni di “Solidarity” vengono smussati (ripulendo e ridando gentilezza alla voce di Bradfield).

Nel mezzo, due inediti (Rosebud e Studies In Paralysis, buoni, ma non eclatanti: classici scarti di un periodo dorato), ma la merce pregiata sta altrove. Partiamo dai tre brani che (a proposito di ricostruzioni e macchina del tempo) avrebbero meritato all’epoca il grado di singolo. Primo diamante grezzo ripulito: il punk diretto ed istantaneo di Intravenous Agnostic, che ci mette davanti ad un riff tanto semplice quanto riuscito, forse il migliore della discografia dei gallesi. Seconda gemma: Epicentre, struggente ballad dove Bradfield si supera, abbandonando i più classici e rassicuranti terreni brit per infilarsi in una meravigliosa malinconia a stelle e strisce, con la nuova produzione che valorizza ancora di più questo (possiamo dirlo?) capolavoro. Terza pietra preziosa: Dead Martyrs, brano incendiario che oscilla tra glam e post punk, valorizzato da un ispiratissimo di Nicky Wire (“Dead stars are always the blackest…. Got no future / Just dead stars for dead eyes”).

Molto, molto bene anche la rivitalizzata Baby Elian (con un’inedita batteria che conferisce forza ad un brano tanto bello quanto delicato) e la nuova versione della caustica Freedom Of Speech Won’t Feed My Children. Impossibile non menzionare un ulteriore quartetto di canzoni di enorme qualità (His Last Painting, My Guernica, Wattsville Blues e The Convalescent, quest’ultima con un finale brillantemente modificato), mentre risultano piacevoli ma abbastanza superficiali per il risultato finale alcuni brani “extra” come il singolone del 2000 The Masses Against The Classes (anch’ esso “ripulito”) o alcune b-side di valore come Just A Kid e Fear Of Motion, presenti nella versione in triplo CD. Ma sono dettagli: siamo di fronte ad un risultato oggettivamente sontuoso, che merita la conferma del massimo voto che “Know Your Enemy” già ottenne nella nostra monografia della band gallese.

(2022, Sony)

CD 1: Door To The River
01 The Year Of Purification
02 Ocean Spray
03 So Why So Sad (Avalanches Sean Penn Mix)
04 Door To The River
05 Rosebud
06 Just A Kid
07 His Last Painting
08 Let Robeson Sing
09 Groundhog Days
10 Epicentre
11 His Last Painting (La Mix)
12 Epicentre (Tla Mix)
13 So Why So Sad (Original Kye Version)
14 Royal Correspondent

CD 2: Solidarity
01 Intravenous Agnostic
02 Found That Soul (Tla Mix)
03 We Are All Bourgeois Now
04 Freedom Of Speech Won’t Feed My Children
05 The Convalescent
06 Baby Elian
07 Masses Against The Classes
08 My Guernica
09 Studies In Paralysis
10 Dead Martyrs
11 Wattsville Blues
12 Miss Europa Disco Dancer
13 Fear Of Motion
14 Pedestal
15 Didn’t My Lord Deliver Daniel
16 Locust Valley
17 Masking Tape
18 Ballad Of The Bangkok Novotel
19 Little Trolls

CD 3: Demos
01 Ocean Spray (Studio Demo)
02 So Why So Sad (Cassette Demo)
03 Door To The River (Cassette Demo)
04 His Last Painting (Air Version Home Cassette Demo)
05 Let Robeson Sing (Home Cassette Demo)
06 Groundhog Days (Home Cassette Demo)
07 Epicentre (Cassette Demo)
08 Intravenous Agnostic (Home Cassette Demo)
09 Freedom Of Speech Won’t FeedMy Children (Studio Demo)
10 The Convalescent (Studio Rehearsal Demo)
11 His Last Painting Baby Elian (Studio Demo)
12 Masses Against The Classes (Studio Demo)
13 My Guernica No 1 (Home Acoustic Demo)
14 My Guernica (Studio Demo)
15 Dead Martyrs (Home Cassette Demo)
16 Wattsville Blues (Home Cassette Demo)

IN BREVE: 5/5

Una malattia cronica chiamata britpop lo affligge dal lontano 1994 e non vuole guarire. Bassista fallito, ma per suonare da headliner a Glastonbury c'è tempo. Già farmacista, ha messo su la sua piccola impresa turistica. Scrive per Il Cibicida dal 2009.