Home RECENSIONI Noel Gallagher’s High Flying Birds – Who Built The Moon?

Noel Gallagher’s High Flying Birds – Who Built The Moon?

Attese spasmodiche, parzialmente deluse. È questa la sensazione che pervade parecchi estimatori di Noel Gallagher dopo avere ascoltato con attenzione Who Built The Moon?, terzo episodio del Noel solista. Produzione di Tim Holmes, proclami più che bellicosi, ed il primo estratto Holy Mountain (nonostante qualche somiglianza di troppo, di cui vi avevamo parlato) che suonava e suona benone.

A sentire il resto dell’album, invece, la luna costruita dal buon Noel si sgretola, sebbene parzialmente: tanti buoni brani, ma nessun guizzo clamoroso, con l’aggravante di qualche riempitivo: queste due caratteristiche negative mancavano nel precedente (ed eccellente) “Chasing Yesterday” (2014), ed è dunque doveroso parlare di un passo indietro nella carriera del più grande dei Gallagher. Il disco inizia con l’interessante Fort Knox e prosegue con la già citata Holy Mountain, perfetta come primo singolo.

Che la macchina del songwriting però stavolta non vada a pieni giri lo si inizia a capire al terzo pezzo: Keep On Reaching è deliziosamente arrangiata (con una spruzzata di “Happy Mondays” degli Oasis, tanto per gradire) ma il ritornello è deboluccio; stesso identico discorso che può essere fatto per Be Careful What You Wish For e Black & White SunshineVa un po’ meglio con le due canzoni proposte in anteprima negli studi di Jools Holland: It’s A Beautiful World e She Taught Me How To Fly si fanno piacere, ricordano rispettivamente episodi minori di U2 e New Order, ma da Gallagher sarebbe lecito aspettarsi di più.

E quel più arriva, seppure in extremis e in quantità ridotta: la doppietta finale  composta da If Love Is The Law e The Man Who Built The Moon (tanto gioiosa la prima, quanto inquietante e acida la seconda) è quanto di meglio si possa ascoltare in questo disco, che merita comunque un buon voto, ma sente il fiato sul collo dell’album del fratello Liam. Che a questo giro − va detto − vince il confronto, seppure di misura.

(2017, Sour Mash)

01 Fort Knox
02 Holy Mountain
03 Keep On Reaching
04 It’s A Beautiful World
05 She Taught Me How To Fly
06 Be Careful What You Wish For
07 Black & White Sunshine
08 Interlude (Wednesday Part 1)
09 If Love Is The Law
10 The Man Who Built The Moon
11 End Credits (Wednesday Part 2)

IN BREVE: 3,5/5

Una malattia cronica chiamata britpop lo affligge dal lontano 1994 e non vuole guarire. Bassista fallito, ma per suonare da headliner a Glastonbury c'è tempo. Già farmacista, ha messo su la sua piccola impresa turistica. Scrive per Il Cibicida dal 2009.