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Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs – Land Of Sleeper

Con “Viscerals” del 2020 i Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs avevano centrato l’obiettivo di farsi notare definitivamente in un panorama pesante in cui è difficilissimo emergere, specie quando le sonorità messe in campo strizzano l’occhio a un genere come lo stoner che ha avuto pochissimi maestri e tantissimi epigoni. La pandemia, ça va sans dire, c’ha messo un bel po’ di suo per rovinare i piani di tutti e anche dei Pigs x7, che si sono ritrovati ad interrompere bruscamente il loro tour e di conseguenza la loro proiezione verso le alte sfere dello stoner-doom. Il quintetto di Newcastle (per la miseria, visto ciò che propongono fa sempre un certo effetto ricordare che non sono americani) ne ha così approfittato per mettersi al lavoro su un altro disco, il loro quarto disturbante distillato di stoner, doom, sludge e psych.

Land Of Sleeper mantiene il canovaccio tenuto dai Pigs x7 già nel disco precedente, ovvero innanzitutto otto tracce per una quarantina di minuti complessivi, un pattern evolutosi sia rispetto all’esordio “Feed The Rats” del 2017 (tre tracce per trentasette minuti) che a “King Of Cowards” del 2018 (sei tracce per quaranta minuti), che ha avuto come primo effetto quello di rendere un tantino più immediate (un tantino, eh) le divagazioni della formazione inglese. Il percorso di Matthew Baty e soci inizia con l’arrembante Ultimate Hammer, piena zeppa di cambi di tempo e riffosa all’estremo, lì a chiarire quelle che saranno le linee conduttrici dell’intero lavoro. In Terror’s Pillow non servono più di due semplici orecchie per rendersi conto di come lo sludge, sebbene spesso nascosto nella loro variegata ispirazione, faccia ampiamente parte degli ascolti e della formazione dei Pigs x7; concetto ripreso, ma versante doom, con Big Rig, in cui l’incedere della sei corde gira tutt’intorno al mondo dilatato dei Black Sabbath.

The Weatherman è un post metal saturo che poi, sul finale, si dipana in una coda psych che ricaccia indietro di una cinquantina d’anni e più, mentre Mr Medicine (ma anche quella brutale cavalcata che è Pipe Down!) ha addosso un bel po’ di quella stessa polvere del deserto che ormai parecchio tempo fa aveva ricoperto anche i Kyuss e la loro progenie. Ma se c’è un brano che, meglio degli altri, rappresenta “Land Of Sleeper” e i Pigs x7 è la conclusiva Ball Lightning, che nei suoi quasi sei minuti raccoglie tutti gli spunti di cui abbiamo parlato e che appartengono in pieno alla band inglese, una progressione feroce in cui il chitarrista Adam Ian Sykes strappa gli ultimi brandelli di carne rimasti attaccati alle ossa dell’ascoltatore. Di certo i Pigs x7 sanno come districarsi nei meandri del mondo heavy, sanno come fare propri insegnamenti anche datati e sanno pure come non prendersi troppo sul serio. E infatti “Land Of Sleeper” è un altro gran bel lavoro.

— 2023 | Rocket —

IN BREVE: 3,5/5