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Quasi – Breaking The Balls Of History

Succede a volte di dimenticarsi completamente dell’esistenza di una qualche band, anche di quelle che in qualche modo ci avevano colpiti o che semplicemente ci andavano a genio per X motivi. Sarà perché ormai siamo bombardati da nuova musica ogni giorno e da ogni lato, sarà perché non erano esattamente uno di quei progetti da prime pagine delle riviste di settore… ma qualcuno di voi si ricordava dei Quasi prima che, lo scorso Ottobre, annunciassero il loro ritorno discografico dopo dieci anni di silenzio? Eppure Sam Coomes e Janet Weiss qualcosa di buono l’avevano tirata fuori in quasi vent’anni di discografia congiunta, con il loro lo-fi d’annata, dannatamente americano e dannatamente divertente.

E così, fermi a “Mole City” del 2013 e scomparsi dai radar presi da altre cose (Weiss ad esempio è rientrata e poi nuovamente uscita dalle Sleater-Kinney), riecco adesso i due ex coniugi (perché sì, oltre che compagni di band i due sono stati anche marito e moglie) con questo Breaking The Balls Of History, fuori per un’etichetta come la Sub Pop che quando c’è da ripescare qualche pezzo grosso in fondo a un cassetto sa sempre il fatto suo. Il disco riparte essenzialmente da dove i Quasi avevano lasciato, con l’indolenza e il fancazzismo tipici della loro proposta che sembrano non aver perso un grammo della loro verve, a partire dal titolo stesso dell’album che sa tanto di dichiarazione di guerra.

La spinta a rimettersi in gioco come Quasi i due l’hanno trovata nell’isolamento della pandemia, nell’urgenza − comune un po’ a tutti durante il lockdown − di recuperare il tempo perso e utilizzare al meglio quello a disposizione, ché nessuno sa quanto potrebbe essere e per quanto potrebbe durare. Ed effettivamente nell’album Coomes e Weiss suonano freschi ed esuberanti come ai bei tempi e come sempre dovrebbe essere chi fa questo genere di musica, con le loro frustate indie rock macchiate di garage come nella traccia d’apertura Last Long Laugh (che ha anche un non so cosa di pop a filtrarne le trame), con le turbolenze psych che s’incastrano in Doomscrollers, con le spruzzate sintetiche che sparigliano le carte come in Queen Of Ears.

Tutto bello e ben fatto, senza alcun dubbio. Si poteva vivere senza? Certo che sì, non è in questi Quasi targati 2023 che bisogna andare a cercare l’illuminazione. Lo attendevamo? Certo che no, ché per aspettare qualcosa devi pur sempre ricordarti della sua esistenza. Ma visto che c’è, visto che per Sam e Janet è stato importante ritornare a fare musica insieme, per loro stessi prima che per noi, tanto vale fargli fare qualche giro sul piatto a questo “Breaking The Balls Of History”, non si sa mai cosa potrà riservarci il futuro e un po’ di sano pastone a bassa fedeltà può sempre tornare utile a tenere su il morale.

— 2023 | Sub Pop —

IN BREVE: 3/5