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Steven Wilson – Insurgentes

Arriva anche per Steven Wilson il momento della prima opera da solista. Mastermind dei sempre eccelsi Porcupine Tree ed impelagato in diversi altri progetti come No-Man e Blackfield, il musicista inglese, in questo Insurgentes, condensa ognuna delle sue esperienze artistiche, rimarcando la sua impronta personale. Se i due brani che rispettivamente aprono e chiudono il platter, ovvero Harmony Korine e la title-track mantengono vivo l’afflato cantautorale tipico dei Blackfield, con cenni di malinconia sommessa che riverbera quella dei Radiohead, tutto il resto del lavoro subordina la forma canzone a flussi di matrice progressive e a divagazioni più tendenti alla psichedelia. Tenuto presente che non si dispensa in nessun solco la melodia vocale ben strutturata e raffinata, non si può non notare l’umbratile natura dei suoni e delle atmosfere di AbandonerOnly Child o le spettrali rifrazioni di Salvaging, accompagnate da una nenia vocale quasi meccanica. Wilson mette sul piatto una buona sequenza di composizioni art-rock quando si addentra in sentieri vicini alla scuola progressive settantiana in No Twilight Within The Court Of The Sun o quando trasfigura i tratti somatici della ballad-song con le imperiose esplosioni di Significant Other, uno dei passaggi in assoluto più ispirati di “Insurgentes”. Anche nei frangenti più ambientali come Twilight Coda si ravvisa la cura dei dettagli negli arrangiamenti e la sempre presente urgenza comunicativa, palesemente messa in mostra poi da Get All You Deserte, legata a doppia mandata con le arie più abissali dell’ultimo parto dei Porcospini, “Fear Of A Blank Planet”. Dall’ascolto di “Insurgentes” emerge come Wilson sia elemento cardine in ognuno dei suoi progetti, come l’influenza della sua penna sia di basilare importanza per la riuscita dei dischi di Porcupine Tree (ma questo era risaputo da secoli) e Blackflield (band che spartisce col cantautore israeliano Aviv Geffen) e, non ultimo, pur a fronte di composizioni di caratura minore – se confrontate con quelle delle matrici -, l’ispirazione, la bellezza degli arrangiamenti, la poeticità e l’elemento comunicativo non vengono mai posti in secondo piano e rendono “Insurgentes” un’opera di sicuro interesse per chi ascolta musica e non consuma i soliti prodotti da supermarket che abbondano un po’ ovunque. E dopo questo non vediamo l’ora che venga nuovamente il momento dei Porcupine Tree.

(2009, Headphone Dust)

01 Harmony Korine
02 Abandoner
03 Salvaging
04 Veneno Para Las Hadas
05 No Twilight Within The Courts Of The Sun
06 Significant Other
07 Only Child
08 Twilight Coda
09 Get All You Deserte
10 Insurgentes

A cura di Marco Giarratana