Home RECENSIONI Swans – My Father Will Guide Me Up A Rope To The...

Swans – My Father Will Guide Me Up A Rope To The Sky

Michael Gira è un tipo cattivo. E’ la sua faccia a dirlo, sono le sue canzoni che risentono del malessere che porta con sé. Un suono, il suo, che da oltre trent’anni, da quando cioè “Flith” mostrava i denti digrignati degli anni ’80 più sporchi, è scartavetrato con l’unico vero sentimento totalizzante che serve per fare rock: la mania. E’ maniacale Gira, lo è sempre stato: suona, produce, inventa, s’arrovella come fosse un trapano elettrico che conficca la sua punta sul muro più duro, da scalfire, da sfidare. Gira è vivissimo nonostante i suoi siano brani neri, putridi, appunto cattivissimi e, però, è anche bugiardo, perché l’ultimo disco a nome Swans era intitolato “Swans Are Dead” (anno 1998) facendo pensare che quella stagione si fosse conclusa. E invece no, eccoli qui di nuovo i Cigni, il nuovo disco si intitola My Father Will Guide Me Up A Rope To The Sky ed un album totale, duro, buio e per questo pieno di contenuto. Pezzi come JimMy BirthInside MadelineYou Fucking People Make Me SickNo Words / No Thoughts ci riportano al post-punk, a come una volta il rock fosse purificazione, cultura, creazione granitica, non il pallido intonacato d’oggi. Ed è questa la considerazione da fare: perché il rock ha perso il suo mordente? Perché s’è smarrito nel peggiore (naturale?) snaturamento delle ibridazioni? La s-personalizzazione dei Duemila che frutti ha portato? Domande che avranno una risposta probabilmente quando, tra un paio di lustri, si avrà una visione più chiara della storia che s’è srotolata dal millennium bug all’altro ieri. Michael Gira e la spietatezza sonora degli Swans portano con sé il significato di un rock che ancora si può fare con ingredienti pieni. I pezzi di questo album sono carri armati che si muovono epici, una tempesta elettrica definitiva, maestosa. Ed è questo che mi piace. Mi piace che ogni tanto, finalmente, a vincere siano i cattivi, anche se questi meriterebbero un po’ di vacanza lasciando il testimone ad una nuova generazione che non riesce a decollare.

(2010, Young God)

01 No Words / No Thoughts
02 Reeling the Liars In
03 Jim
04 My Birth
05 You Fucking People Make Me Sick
06 Inside Madeline
07 Eden Prison
08 Little Mouth

A cura di Riccardo Marra