Home RECENSIONI The Smile – A Light For Attracting Attention

The Smile – A Light For Attracting Attention

Questa è la storia di un uomo che sorride senza sorridere. La storia di Thom. Con quell’occhio guercio che è un bluff. La polaroid di Thom Yorke: capelli cenere, barba spinosa e uno sguardo definitivo ma transitorio. Ride Thom? Piange Thom? Vallo a capire, quell’occhio confonde le acque. Come i Radiohead, definitivi e transitori anche loro. In standby da sei anni senza una reale crisi di ispirazione (né personale), ma in virtù di un concetto semplicissimo: una band come loro vaticina il tempo, lo anticipa, solo che il tempo ha fregato tutti da due anni a questa parte.

Torniamo alla storia di Thom, nei mesi di lockdown è una bomba pronta a esplodere. L’ultimo essere sulla faccia della terra da poter chiudere a doppia mandata. Non se la passa meglio Jonny Greenwood, anche lui costretto nel guscio claustrofobico del covid. Thom e Jonny: irrequieti, inquieti, iperattivi, iperproduttivi. Due bombe pronte a esplodere. The Smile, il side project che li mette in pausa dai Radiohead, nasce quindi come un fascio di nervi, da far contrarre per poi distendere. Muscoli, tendini e tessuti stirati allo strappo e poi un sospiro per riassorbire l’acido lattico. Thom e Jonny in una corsa sul posto e, con loro, un altro nevrotico: Tom Skinner, il batterista dei Sons Of Kemet, uno che lo devi fermare gettando la spugna come ai pugili per dichiarare finito l’incontro. Eccoli quindi i The Smile. Un “sorriso” che, come racconta Yorke, non è quello di chi si diverte,  ma “del tipo che ti mente ogni giorno”. Ispirazione tratta dall’opera omonima di Ted Hughes, poeta britannico famoso per i suoi versi agrodolci e per essere forse il responsabile dello sconquasso mentale di Sylvia Plath, sua moglie. Un’altra storia, ma la storia di Thom.

A Light For Attracting Attention, ampiamente anticipato da un mini tour in streaming, è un disco per menti atterrite, corpi in caos, sapori elettrici in bocca. “Siamo vivi! Nella merda ma siamo vivi” – sembrano voler dire i The Smile. Come in The Smoke in cui Thom, dondolando in un ballo di basso e avvolto in un vapore di trombe, sibila serpente: “Mi sono dato fuoco (perché) mi sveglia dal sonno”. Ritmi, profumo di tamburi, lo strillo politico di Yorke lanciato in aria dalla fionda chitarristica di Jonny: queste sono le miscele della jazzistica Hairdryer e di TheOpposite che, insieme alla successiva You Will Never Work In Television Again, ci re-instradano sulla collina dei vizi di “Hail To The Thief” (2003), con quel peso polemico, il taglio di coltello, certa resa dei conti, l’acidità del ph musicale. “Corriamo per le colline, corriamo come pazzi, la nostra città è in fiamme” – il soffio di Thom, l’uomo che non sorride ma sorride, s’alza sul vento meraviglioso e mortale di Speech Bubbles: una canzone che emoziona e commuove. È la fine del nostro mondo, quella raccontata in questo pezzo, una fine struggente e devastante come un fumetto di violini.

Nonostante tutti gli anni passati, Thom Yorke conserva la sua voce da alieno, conserva fantasmi sempre nuovi, conserva quella sintonia astrale col pianoforte. È il suo elisir artistico: essere sempre in bilico in un baratro. Un pezzo come Pana-vision,con archi beffardi e il verso ripetuto ossessivamente (“Like a newborn child…”), ci racconta di nuovi Kid A, di nuovi bambini dell’oggi e dei loro codici stampati sulla fronte al momento della nascita. E uno come Open The Floodgates tratteggia piogge viola, elettronica distillata, fiocchi di noia esistenziale.

E poi arriva Free In The Knowledge e succede una cosa. Succede che il tempo, i The Smile, lo fermano. Una canzone antica, universale, come sparare una capsula di musica nello spazio sapendo che lì non invecchierà mai: un pezzo degli anni Sessanta, Settanta, Ottanta e Novanta. Un pezzo di ieri e di pochi minuti fa. Un pezzo sui dolori del passato e di oggi. La storia di un uomo che sorride senza sorridere, la storia di Thom, con quell’occhio che è una bocca, un sopracciglio, una smorfia e uno stargate su ciò che siamo noi esseri umani targati 2022. Uomini definitivi e transitori.

Un giorno tutto questo finirà / Tutto è cambiamento / È stato solo un brutto momento / Stavamo armeggiando / Una faccia che usa la paura per mantenere il controllo / Parlo con questa faccia allo specchio / Ma non riesce a oltrepassarlo / Poi si scopre che ci siamo dentro insieme / Io e te

(2022, XL)

01 The Same
02 The Opposite
03 You Will Never Work In Television Again
04 Pana-vision
05 The Smoke
06 Speech Bubbles
07 Thin Thing
08 Open The Floodgates
09 Free In The Knowledge
10 A Hairdryer
11 Waving A White Flag
12 We Don’t Know What Tomorrow Brings
13 Skrting On The Surface

IN BREVE: 4,5/5