Home RECENSIONI The Snuts – W.L.

The Snuts – W.L.

Il quartetto di West Lothian capitanato da Jack Cochrane e completato dal chitarrista Joe McGillveray, Callum Wilson al basso e Jordan Mackay alla batteria, ha finalmente partorito il suo primo album ufficiale W.L., letteralmente “Whitburn Loopy”, una sorta di soprannome scherzoso da gang scozzese. Il territorio sonoro principale degli Snuts è quello assai impervio dell’indie rock e pop, che trae origine da The Kooks, The Libertines, Arctic Monkeys e The Fratellis, accostabile attualmente a quello dei Rolling Blackouts Coastal Fever e a tratti a quello anthemico e un po’ strafottente dei Twisted Wheel.

Il debut appare simile ad una raccolta, poiché ad eccezione della hit “Fatboy Slim”, sono infatti presenti tutti i maggiori singoli della band, dall’efficace e valida AlwaysElephants e il suo riff ballerino, al ben noto trittico composto dalle funkeggianti Juan Belmonte e All Your Friends, e dal pop estivo di Maybe California, che hanno contribuito a lanciare il gruppo nel 2019, fino alla quieta Boardwalk, la giocosa e pungente Don’t Forget It (Punk) e il tocco swing di Coffee & Cigarettes, già contenuti nell’EP “Mixtape” (2020).

Per quanto concerne le novità, vi è l’intro acustica e struggente Top Deck, caratterizzata da un violino leggero, gli anthem Somebody Loves You e No Place I’d Rather Go, le chitarrine di Glasgow e l’apprezzabile Sing For Your Supper, traccia di maggior durata del disco. L’edizione deluxe comprende anche altri quattro inediti, essenzialmente acustici o minimali nel sound: Blur Beat, con le sue invettive velate, l’amore adolescenziale di 4 Baillie Street, il piano accennato e gli echi di chitarra elettrica dell’interessante Microwave e la gradevole Waterbirds.

Ci sono tutta la leggerezza e la gioventù di Cochrane e soci all’interno di “W.L.”: non si tratta certamente di un disco “impegnato”, ma piuttosto di un passo definitivo della band per tirare le somme di quanto fatto dall’inizio per intraprendere nuove strade, potersi distinguere e costruire una propria identità. Finora hanno dimostrato di essere in grado di sfornare brani efficaci da alta rotazione ed essere abbastanza versatili, da qui in avanti capiremo se saranno una delle tante meteore indie rock destinate a fare una stagione per poi scomparire, o se riusciranno ad affermarsi e a lasciare il segno in maniera permanente.

(2021, Parlophone)

01 Top Deck
02 Always
03 Juan Belmonte
04 All Your Friends
05 Somebody Loves You
06 Glasgow
07 No Place I’d Rather Go
08 Boardwalk
09 Maybe California
10 Don’t Forget It (Punk)
11 Coffee & Cigarettes
12 Elephants
13 Sing For Your Supper

– Deluxe –
01 Blur Beat
02 4 Baillie Street
03 Microwave
04 Waterbirds

IN BREVE: 3/5

Studentessa di ingegneria informatica, musicofila, appassionata di arte, letteratura, fotografia e tante altre (davvero troppe) cose. Parla di musica su Il Cibicida e con chiunque incontri sulla sua strada o su un regionale (più o meno) veloce.