Home LIVE REPORT Anna Von Hausswolff @ Monk, Roma (09/03/2016)

Anna Von Hausswolff @ Monk, Roma (09/03/2016)

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La prima volta, è vero, non si scorda mai. Lo ha ripetuto la stessa Anna Von Hausswolff dal palco del Monk, almeno un paio di volte. Il primo concerto qui, a Roma, per presentare “The Miraculous”: ultima fatica discografica che ha portato la giovanissima – ma esperta – cantautrice svedese alla ribalta del sottobosco indipendente globale. Con merito e fatica. Giunta ormai al terzo album in studio a trent’anni non ancora compiuti, la biondissima Kate Bush del dark songwriting è accompagnata da Filip Leyman (synth), Karl Vento (chitarre), Joel Fabiansson (chitarra elettrica) e Ulrik Ording (batteria). Ma soprattutto, dallo strumento che l’ha resa celebre e che un po’ la nasconde, scenograficamente, per tutta la durata dello show.

Le prime note d’organo, come una mannaia, spezzano l’intro prolungata e giustissima della swansiana Discovery, prima traccia sia dell’album che del set, seguita a ruota (come da copione) dalla bellissima The Hope Only Of Empty Men, che mette in mostra l’elasticità vocale della Nostra, capace di passare da tinte cupissime a vocalizzi degni di questo nome – come nel caso, ad esempio, di Deathbed. Se la splendida Evocation rappresenta uno dei vertici della performance, l’accoppiata En Ensam Vandrare Stranger (di scuola Mazzy Star) è poco più che una parentesi prima della chiosa industrial-doom di Come Wander With Me/Deliverance. Letteralmente trascinata fuori dagli applausi di un pubblico non ancora sazio, la Von Hausswolff concede un bis dalle tinte pop col pezzo più leggero della sua produzione, Mountains Crave, prima di salutare definitivamente gli astanti e dirigersi al banchetto del merchandise.

La sensazione, ravvisabile anche su disco, è che il talento sia cristallino e maturo – eppure ancora alla ricerca di un labor limae. Poche obiezioni sulla presenza on stage, poche incertezze sulla cura degli arrangiamenti – eppur qualcosa che ancora manca: un passo in più, quello forse decisivo. Resta comunque l’incanto tangibile di una stella nascente, con una lunga carriera dinanzi. Lo voglia o meno la si può veder brillare. In quell’oscuro abisso di suoni.

SETLIST: Discovery – The Hope Only Of Empty Men – Pomperipossa – Deathbed – Evocation – En Ensam Vandrare – Stranger – Come Wander With Me/Deliverance —encore— Mountains Crave