Home RECENSIONI King Hannah – I’m Not Sorry, I Was Just Being Me

King Hannah – I’m Not Sorry, I Was Just Being Me

Hannah Merrick è una cantautrice di origini gallesi. I suoi testi parlano della sua quotidianità, mettono a nudo le sue fragilità mirando a stringere un patto di onestà con chi si approccia alla musica che propone. La vulnerabilità è, però, solo una conseguenza del suo modo di scrivere nonché una delle facce che convivono nel suo approccio al cantato. In lei si intravedono barlumi di personalità vocale che muovono paragoni scomodi: Beth Gibbons, Polly Jean Harvey ma anche quel briciolo di sfrontatezza proprio di Kim Gordon.

Craig Whittle è un chitarrista di Liverpool, con la passione per Springsteen e per la neo-americana rumorosa e psichedelica. Non ci mette molto ad accorgersi di Hannah al punto tale da innamorarsene artisticamente durante il periodo del College. Ma i tempi per i King Hannah non sono ancora maturi.

Passa giusto qualche anno, Craig ed Hannah si ritrovano a lavorare spalla a spalla in un bar di Liverpool e lì si creano i presupposti per il sodalizio artistico. La scrittura dei primi pezzi, una cover di Springsteen, le idee che cominciano ad essere convincenti al punto tale da attirare l’attenzione della City Slang che decide di scommettere su di loro. Così viene pubblicato a fine 2020 un EP, “Tell Me Your Mind and I’ll Tell You Mine”, che richiama l’attenzione di critici e colleghi musicisti. Lunghe code rumorose e nostalgiche si accompagnano ai caldi colori vocali della Merrick. Tonalità di bordeaux – per rendere concreta la sinestesia – colorano il blues elettrico e sporco messo in piedi dalle chitarre suonate da Craig ed Hannah.

È un assaggio, anche piuttosto lungo per essere un EP (quasi trenta minuti di durata), ma fornisce le coordinate della loro proposta sonora. Sviluppata, poi, in quello che è il fratello maggiore, I’m Not Sorry, I Was Just Being Me, esordio sul lungo sempre per City Slang. Quarantacinque minuti in cui coesistono anime sonore peculiari e vicine: si oscilla tra il blues marcio di “To Bring You My Love”di PJ Harvey, il groove elegante e rarefatto dei Portishead altezza “Third” e le cavalcate rumorose a metà tra l’americana dei The War On Drugs e le sortite sghembe del Neil Young di “Zuma”. Si dipanano trame che raccontano storie personali, fatte di consapevolezze acquisite attraverso percorsi di crescita non sempre lineari ma sicuramente autentici.

Come autentico è l’andamento dinoccolante della sinuosa A Well-Made Woman, incipit del disco che inizia con dei rintocchi di chitarra per poi risolversi nell’elettricità delle distorsioni finali. I singoli All Being Fine e Big Big Baby sono ammantati di una cupezza esaltata dalle atmosfere lo-fi e dalle affascinanti linee vocali della Merrick. C’è spazio anche per la voce di Whittle nel pezzo dall’anima più acustica: Ants Crawling On An Apple Stork.

Lo strascico post rock della seconda parte di The Moods That I Get In è abbacinante, è indubbiamente una delle vette del disco e crea non poco hyperispetto alla sua esecuzione dal vivo. Una menzione la meritano anche la portisheadiana Foolius Caesar e la title track, così vicina alle emozioni rarefatte degli Yo La Tengo. Il finale è una promessa di fiducia reciproca che si fanno Hannah e Craig al cospetto di sonorità che molto devono alle chitarre d’oltreoceano.

Questo esordio porta con sè una dote: è inevitabilmente una fedele declinazione del bagaglio di influenze dei King Hannah ma con un qualcosa in più: mostra le sue singolarità e non si perde nelle pieghe negative della derivatività. L’onestà paga sempre (o quasi).

(2022, City Slang)

01 A Well-Made Woman
02 So Much Water So Close To Drone
03 All Being Fine
04 Big Big Baby
05 Ants Crawling On An Apple Stork
06 The Moods That I Get In
07 Foolius Caesar
08 Death Of The House Phone
09 Go-Kart Kid (Hell-No!)
10 I’m Not Sorry, I Was Just Being Me
11 Berenson
12 It’s Me And You, Kid

IN BREVE: 4/5

Nasco a S. Giorgio a Cremano (sì, come Troisi) nel 1989. Cresco e vivo da sempre a Napoli, nel suo centro storico denso di Storia e di storie. Prestato alla legge per professione, dedicato al calcio e alla musica per passione e ossessione.