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Wiley – Godfather

Quel grande mondo chiamato grime può essere per lo più attribuito a un collettivo che regna ormai sovrano sul genere. Le parole chiave sono UK e Londra: infatti, sebbene sia sempre maggiore l’importanza che sta assumendo in giro per il mondo, è ancora tanta la fatica che fa a uscire dal mercato inglese.

Ogni anno si dice si quello definitivo per il genere per fare il grande debutto negli Stati Uniti. Dj come Calvin Harris e Flosstradamus hanno già tentato di rompere questa barriera, cercando di essere i primi a sfondare nelle classifiche oltreoceano con qualche remix. Ma la resistenza è ancora tanta, probabilmente perché negli anni ’90, quando i BPM elevati si stavano facendo strada nei “peggiori” locali di East London, a Detroit ci si stava appena riprendendo da anni fatti di rave all’insegna della techno.

La vittoria di Skepta ai Mercury Prize lo scorso Settembre (davanti persino a Bowie) rimane un evento da ricordare, che ha dato finalmente uno spiraglio di luce ai tanti anni di fatica e sacrificio di questi artisti. In Can’t Go Wrong, uscita a Settembre per anticipare l’album Wiley dice ”BBK got a lot going on / Skepta, that’s my brudda, that’s my don”. È grazie a Wiley, infatti, se Skepta ha iniziato a rappare. Ma ancora prima di Skepta e che il genere fosse contemplato nelle enciclopedie, c’era Wiley. Ai tempi non si capiva cosa potesse essere questo mix di garage, elettronica e dubstep, in cui venivano rotte tutte le regole della metrica e delle barre del rap. Wiley stesso ha iniziato a definire quella che sarebbe diventata grime come eski, dal suo soprannome Eskimo (nello slang essere “cold” significa essere il migliore).

Oltre ad essere stato il pioniere, ha ulteriormente contribuito facendo crescere una serie di giovani sotto la propria ala e facendo della Boy Better Know (BBK) il collettivo indiscusso, in cui troviamo il meglio della scena grime firmata UK. BBK la cui ultima mossa sarebbe stata acquisire all’interno della crew niente poco di meno che Drake (anche se tutti i dettagli non sono stati ancora rivelati).

Wiley ha quindi sempre promosso la scena senza mettersi più di tanto in primo piano, ma facendo risaltare altri talenti. Il caso di maggior successo negli Stati Uniti è Dizze Rascal, che ha beneficiato del successo di featuring con qualche pop star americana e Dj. “It’s family, its’ what we care about or nothing. Like litterally, there is no money that record label can offer us no more, it’s dead”, come recita Skepta nell’intro di Speakerbox.

La partenza è delle migliori e non è delle più soft. Senza troppi preliminari, Wiley fa capire subito quale sarà il livello di adrenalina durante tutto l’album, nell’intro Birds n Bars. La stessa carica prosegue anche in Bring Them All / Holy Grime e in Name Brand, prodotta dall’amico JME, in cui per sua ammissione si decreta il simbolo della grime e da questo la propria popolarità per le strade di Londra: “London’s changed a bit, but I can still hit the booth. Start sprayin and give the crowd fire”. U Were Always, Pt. 2 infine è la “ballata”, se così si può definire, accompagnato da Skepta con un classico remix r’n’b  di Fine Time delle Sister With Voice.

Un altro paragone inevitabile con il rap statunitense è relativo alle lyrics, essendo nella grime i versi così fugaci e talvolta difficili da comprendere che non gli si dà mai particolare attenzione. Il fulcro sta sempre nel ritornello, ripetuto quasi compulsivamente, che arriva a inglobare tutta la canzone: non si vada quindi alla ricerca di testi impegnati, non è questo lo scopo, si finirebbe per rimanere delusi (Bang).

Wiley è grime per definizione, nessuno può accusarlo di presunzione se si auto-definisce il Godfather, chi se non lui è il padrino. Quest’album – probabilmente l’ultimo – composto da diciassette brani è l’ennesima prova di come dopo una carriera più che ventennale riesca ancora a essere innovatore e dettare legge.

(2017, CTA)

01 Birds n Bars
02 Bring Them All / Holy Grime (feat. Devlin)
03 Name Brand (feat. JME, Frisco & J2K)
04 Speakerbox
05 Back With a Banger
06 Joe Bloggs (feat. Newham Generals & President T)
07 Pattern Up Properly (feat. Flowdan & Jamakabi)
08 Can’t Go Wrong
09 Bang (feat. Ghetts)
10 U Were Always, Pt. 2 (feat. Skepta & Belly)
11 On This (feat. Chip, Ice Kid & Little D)
12 Bait Face (feat. Scratchy)
13 My Direction
14 Like It Or Not (feat. Breeze)
15 Lucid
16 Laptop (feat. Manga)
17 P Money Remix (feat. P Money)

IN BREVE: 4/5

Consulente ed ingegnere, ma prima ancora “music addicted”. Da sempre con sottofondo musicale a far da colonna sonora della mia vita.